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Greenovation – un piano di efficientamento per la casa in pochi click

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L’efficienza energetica degli edifici non solo comporta risparmi per chi li abita. Riduce le emissioni di CO2, e mettersi all’opera per decarbonizzare le attività umane nel loro complesso è un obbligo se vogliamo sperare di contenere i cambiamenti climatici. La piattaforma di Greenovation è un buon alleato per conoscere in pochi minuti la classe energetica di partenza, la sintesi degli interventi possibili e le agevolazioni. Il nostro paese offre diversi incentivi per aggiornare il patrimonio immobiliare nazionale, che è perlopiù inefficiente, e molti interventi di riqualificazione sono in corso. Però siamo tra i pochi paesi che non hanno ancora presentato all’UE un piano di decarbonizzazione a lungo termine. È aperta una consultazione pubblica fino al 22 giugno 2021 per raccogliere opinioni sui provvedimenti individuati per accelerare il ritmo di riqualificazione.

Cristina: La maggior parte del patrimonio immobiliare in Italia è energeticamente inefficiente, ossia in classe E, F o G. Gli ecobonus incentivano interventi importanti che migliorano la qualità abitativa e riducono l’impatto ambientale. Oggi siamo venuti in provincia di Torino per raccontarvi di una piattaforma che consente, in pochi minuti, di conoscere la classe energetica della propria abitazione e gli interventi da fare. E lo facciamo attraverso la storia della casa che vedete alle mie spalle. Paolo, come funziona il vostro sistema?

Paolo Mottura: Attraverso un semplice questionario l’utente descrive la propria abitazione, sono una ventina di campi molto molto semplici. Inserisci i dati, il nostro sistema di calcolo ad intelligenza artificiale genera un modello energetico dell’edificio. Su questo modello vengono effettuate una serie di analisi per andare a realizzare un progetto di riqualificazione energetica. All’interno di questo progetto sono contenute una serie di informazioni fondamentali come la classe energetica di partenza, gli interventi migliorativi proposti, la classe energetica ottenibile, i risparmi sui singoli interventi proposti e poi le analisi relative agli incentivi fiscali quindi 50%/65% o superecobonus 110%.

Cristina: Quanto costa all’utente il progetto e quanti sono gli edifici che avete analizzato finora?

Giordano Colarullo: Il progetto base ha un costo di €199, ma è disponibile una versione gratuita che chiunque può utilizzare per avere una serie di informazioni preliminari comunque molto importanti. Ad oggi sono oltre 40.000 le unità abitative analizzate di cui 15.000 condomini. Il nostro sistema ha una precisione, chiaramente partendo da un’edificio standard, superiore al 90%.

Cristina: Franco è il padrone di casa e andiamo a vedere cosa ha fatto.

Franco Vignolo: Grazie alla piattaforma, che mi ha reso veramente semplice la valutazione della mia ristrutturazione, ho potuto poi valutare i vari interventi che ho fatto su questa casa. A cominciare da, vedi li che c’è la pompa del calore che gestisce tutto il riscaldamento a pavimento che abbiamo fatto all’interno e tutta l’acqua sanitaria e tutto quanto. Poi abbiamo fatto un cappotto in lana di roccia, che si può sentire, che tra l’altro mi ha aiutato sull’isolamento estivo, quindi non ho avuto addirittura l’esigenza di mettere il raffrescamento. Sopra, come potrai vedere, ci sono i pannelli fotovoltaici.

Cristina: E qui dentro?

Franco Vignolo: Qui dentro c’è la macchina che gestisce tutto l’impianto a pavimento e l’acqua sanitaria.

Cristina: Franco complessivamente quanto risparmia in bolletta energetica?

Franco Vignolo: Questa è una casa di 80 metri quadri. Non utilizzo combustibili fossili, utilizzo solamente la corrente elettrica, risparmio circa €1.800 l’anno.

Cristina: E ci vivi bene in questa casa?

Franco Vignolo: Guarda sono più che soddisfatto di questo intervento, sono stato veramente aiutato da tutto il discorso della piattaforma, e dei risultati ottenuti.

Cristina: Grazie. Questa casa era in classe G e adesso è A2. Pensate se tutti facessimo interventi come questi, quanti benefici avremmo. Occhio al futuro.

In onda il 10-4-2021

Neorurale Hub

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Neorurale Hub è immerso in 500 ettari rinaturalizzati nella Pianura Padana, dove in 20 anni la fertilità del suolo è aumentata del 150%, flora e fauna si sono ri-insediati, e la biodiversità è tornata a fiorire. Questo polo innovativo offre a start-up e aziende terreni, infrastrutture e tecnologie per sperimentare e collaborare proprio come avviene nei sistemi naturali. Un esempio di efficienza e di economia circolare.

Cristina: Siamo immersi in 500 ettari rinaturalizzati a due passi da Milano, dove in 20 anni la fertilità del suolo è aumentata del 150%, flora e fauna si sono ri-insediati, la biodiversità è tornata a fiorire. Nel 1996 questo terreno era così. Rigenerandosi, la natura ha ispirato la creazione di questo polo innovativo, che offre a start-up e aziende terreni, infrastrutture e tecnologie per sperimentare e collaborare proprio come avviene nei sistemi naturali. E così si ottimizza l’uso di tutte le risorse, si producono cibo, energia e tanto altro. Un esempio di efficienza e di economia circolare. L’insieme di tutte le attività che che avvengono in questo polo adempiono a dodici dei 17 SDG – gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU – e precisamente 2, 3, 4, 6, 7, 8, 9, 11, 12, 13, 15, 17.
Luca dammi qualche esempio pratico di quello che avete imparato ripristinando quest’area.

Luca Pilenga: L’esempio più concreto della collaborazione uomo natura lo abbiamo e troviamo in queste barriere di ecosistemi dove rigeneriamo la natura per permetterle di creare biodiversità, che è quell’arma che abbiamo contro i parassiti che ci permette di abolire l’uso di insetticidi. Li abbiamo aboliti già dodici anni fa. Quest’acqua delle barriere che sgorga naturalmente ad una temperatura costante durante tutto l’anno la utilizziamo come scambio termico durante la climatizzazione degli edifici dove viene fatta la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione.

Cristina: Le tecnologie invece come le state usando?

Luca Pilenga: La tecnologia è il fattore abilitante che ci permette di condurre delle ricerche capaci, attraverso i dati di sensori locali presi anche da satelliti o da droni in alcuni casi, di sviluppare una ricerca capace di concentrare i principi attivi. Per esempio questa Erba Officinale che abbiamo reperito in giro per il mondo e che qui siamo riusciti a concentrare del 400% rispetto alle concentrazioni normali e senza contaminanti.

Cristina: Una pianta che cresce in un terreno sano e nelle condizioni migliori da i frutti migliori.

Luca Pilenga: Esattamente, grazie alla tecnologia riusciamo a capire quali meccanismi ci aiutano a raggiungere l’obiettivo, in questo caso una maggiore concentrazione, in altri casi il minor consumo di risorse. Qui nella struttura alle mie spalle collaborano oramai 20 tra startup, aziende e scuole per costruire la sostenibilità del settore agroalimentare.

Cristina: Osservare e imitare la natura è la nostra migliore scommessa. Occhio al futuro!

In onda il 7-3-2020

Bambù – l’acciaio vegetale

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Con più di 1.642 specie e 10.000 utilizzi, il bambù si aggiudica straordinari primati. Rigenera terreni poveri, tollera grande freddo e caldo e l’ONU la considera una famiglia di piante strategica, riconoscendo che adempie a ben 6 dei 17 SDG: 1, 7, 11, 12, 13, 15. L’architetto Mauricio Cardenas ci racconta quali sono i benefici di costruire col bambù.

Cristina: Oggi incontriamo un architetto che ha progettato la più grande struttura nel nord della Cina in bambù, una pianta considerata strategica dall’ONU e che adempie a 6 dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, o SDG. Grazie alle lunghe radici, che pescano acqua in profondità, il bambù può essere piantato in terreni poveri, inadatti all’agricoltura, ed è capace di rigenerarli. La fitta e perenne superficie fogliare, fa sì che un bosco di bambù sequestri fino a 17 tonnellate di carbonio per ettaro all’anno. Tollera grande freddo e grande caldo, cresce velocemente e ogni parte della pianta, persino gli scarti, sono utili per qualche cosa. Pensate, con 1642 specie, ci sono più di 10,000 utilizzi riconosciuti – dall’architettura al cibo, il tessile e la cosmesi.  Le opportunità di lavoro sono particolarmente interessanti per le donne in agricoltura, perché il bambù è leggero. L’associazione mondiale INBAR stima che questa pianta dalle mille specie potrebbe diventare fonte di reddito per 50 milioni di persone nel mondo! Architetto, qual è la tua esperienza con l’acciaio vegetale?

Mauricio Cardenas: Sono cresciuta in Colombia, quindi sin da piccolo ho avuto modo di conoscere le virtù di questa pianta – giocavamo tra le canne di bambù, facevamo piccole costruzioni. Attraversavamo il fiume con un ponte, ricordo molto bene, sempre in bambù.. poi durante gli studi di architettura l’ho un po’ dimenticato, sarò sincero, fino alla tesi di laurea. L’ho ripreso e fino ad oggi lavoro grazie alle opportunità che ho in giro per il mondo facendo costruzioni in bambù.

Cristina: Com’è stata l’esperienza in Cina?

Mauricio Cardenas: Il padiglione INBAR è l’ultimo progetto che abbiamo realizzato è la struttura di bambù più grande del nord della Cina. È utilizzato molto poco il cemento, il minimo possibile. Coperture verdi, senza aria condizionata all’interno del padiglione si sta benissimo, perché abbiamo uno strato di terra umida per cui anche nelle temperature più alte di Pechino, che sono veramente estreme, si sta molto bene nel padiglione, non c’è stato nessun tipo di sconforto, anzi è stato molto apprezzato.

Cristina: E come siamo messi in Italia? Ci sono degli incentivi?

Mauricio Cardenas: Ci sono incentivi in Italia per l’agricoltura, per la costruzione ancora no. Possiamo immaginare in modo molto poetico, immaginare il bambù, portare dalla foresta al cantiere. Tenendo conto che il bambù cresce molto rapidamente, in soli tre anni è maturo e pronto per essere utilizzato in costruzione. Mentre il legno ha bisogno di 15-20 anche più anni per essere maturo e utilizzato per la costruzione.

Cristina: Una casa che torna alla terra, che bella idea. Occhio al futuro!

In onda il 25-2-2020