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La filiera sostenibile di Edizero

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I materiali usati nel settore edilizio sono spesso poco sostenibili o addirittura tossici e spesso vengono importati da molto lontano. Allo stesso tempo tonnellate di cibo vengo gettate ogni giorno. Con un unico progetto innovativo chiamato EDIZERO, l’imprenditrice seriale Daniela Ducato offre una soluzione a entrambi in problemi in Sardegna. Gli scarti del cibo locale vengono utilizzati nei modi più sorprendenti.

CRISTINA: La filiera agroalimentare italiana produce un’eccedenza di 5 milioni e mezzo di tonnellate, di cui viene recuperato meno del 10%. Sappiamo però che dal cibo si può ricavare di tutto. Daniela è un’imprenditrice che sta facendo conoscere la sua regione nel mondo perché attiva filiere etiche e di eccellenza e ora siamo a Baradili, il comune più piccolo della Sardegna, in una falegnameria perché Daniela ci racconterà che cosa sono questi prodotti. Questo per esempio sembra caramello.

DANIELA DUCATO: Invece è un estratto dall’olio di oliva. Abbiamo anche altri estratti al pomodoro, ai carciofi, alla birra, al melograno, con tante tipologie di frutta e di fiori e sono tutte sotto lavorazioni oppure prodotti scaduti o invenduti delle filiere del cibo. Vengono utilizzati in edilizia, in questo caso siamo in una falegnameria dove vengono usati, ad esempio, per il trattamento dei parquet.

CRISTINA: Questo sembrerebbe un compensato, invece dicci che cos’è?

DANIELA DUCATO: Invece è fatto di terra cruda compressa con paglie che derivano dalle sotto lavorazioni del cibo.

CRISTINA: E poi mi raccontavi che ci sono degli scarti di lavorazione che sono addirittura considerati rifiuti speciali.

DANIELA DUCATO: Sono rifiuti speciali e li trasformiamo in risorse speciali. Ad esempio, le sotto lavorazioni del vitivinicolo, come i raspi, le vinacce o della frutta come i melograni perché contengono alte quantità di tannini per cui non possono avere il processo di compost che hanno altri vegetali.

CRISTINA: E di questa bellissima culla cosa mi dici?

DANIELA DUCATO: Qui abbiamo una protezione naturale fatta con l’estratto dell’olio di oliva.

CRISTINA: Fantastico. Adesso Daniela vuole portarci in cantiere.

MARCO CAU: Questa è un’abitazione caratteristica del nostro territorio. E’ una casa che è stata realizzata nella prima metà dell’800. Come isolante è stato utilizzato un tessuto di natura animale, quindi una lana per coibentare l’abitazione. Sono stati utilizzati dei panelli sempre con fine isolante a base di terra che ripropongono una tradizione tipica della Sardegna che è quella della terra cruda. Infine le finiture a base di calce sono state completate con delle pitture di origine alimentare che hanno come effetto cromatico un colore molto simile a quelle delle pietre che sono state usate per la costruzione dell’abitazione.

CRISTINA: Questa casa che è ancora in ristrutturazione viene recuperata da una filiera intelligenteperché coniuga innovazione e tradizione. Occhio al futuro.

Greenrail, la traversa ferroviaria verde

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È dal 1800 che i treni si muovono invariabilmente su strada ferrata, ma oggi si presentano scenari nuovi. Siamo andati a scoprirne uno. Greenrail ha creato una traversa ferroviaria che produce energia elettrica e funge da piattaforma per la trasmissione di dati. Davvero innovativo il guscio esterno, ricavato da plastica riciclata e da vecchi pneumatici, che troppo spesso vengono bruciati producendo una miscela tossica. Non da ultimo, questa traversa migliora la qualità della vita di tutti coloro che vivono in prossimità di binari, riducendo vibrazioni e rumore del 50% rispetto alla classica traversa in calcestruzzo.

CRISTINA: Ogni anno in Italia vengono eliminate 350 mila tonnellate di pneumatici, solo il 30% da vita a cose nuove. E dei 2.1 milioni di tonnellate di plastica se ne ricicla solo il 25%. Per aumentare questa quota servono idee e oggi ve ne raccontiamo una. Di che cosa si tratta?

GIOVANNI MARIA DELISI: Greenrail è una traversa ferroviaria che abbiamo progettato e brevettato in 120 paesi nel mondo. E’ composta da un’anima in calcestruzzo e da una struttura esterna in un mix di plastica e pneumatico riciclato. Si pone sul mercato con l’obiettivo di sostituire l’attuale standard delle traverse ferroviarie che è rappresentato dalle traversine in calcestruzzo. Porta dei vantaggi economici, tecnici e  ambientali, perché ogni kilometro di linea ferroviaria contribuisce a recuperare 35 tonnellate di plastica e pneumatici fuori uso. Riusciamo ad abbattere le vibrazioni e la rumorosità del traffico ferroviario fino al 50% rispetto al nostro competiror e fino al 50% dei costi ciclici di manutenzione della linea ferroviaria. Integra pannelli fotovoltaici e sistemi per la telecomunicazione e trasmissione dati di sicurezza e di diagnostica. L’Italia è un mercato già consolidato nel settore ferroviario, ma c’è comunque un mercato ciclico della manutenzione che comporta un consumo di circa 1.200.000 fino a 2 milioni di traverse l’anno esclusivamente per il mantenimento delle linee. In alcuni paesi recuperiamo le materie prime direttamente, in altri trasferiamo il know-how italiano nel processo di raccolta del pneumatico fuori uso e plastica. Grazie alla rete di partner che abbiamo messo in moto, tra cui il Politecnico di Milano, che è il nostro principale partner di ricerca con il quale abbiamo sviluppato il prodotto, riusciamo a trasferire il know-how per consentire a quel paese di adeguarsi agli standard europei. L’Italia è forse il paese più burocratico con cui abbiamo a che fare, in molti paesi che sono ancora chiamati sottosviluppati abbiamo invece una capacità d’ingresso superiore.

CRISTINA: Questo è l’unico progetto italiano che è stato selezionato per il padiglione delle best practices, ossia le migliori pratiche dal punto di vista ambientale e tecnologico, al prossimo expo ad Astana in Kazakistan. L’innovazione non è solo nel prodotto ma in tutta la filiera. Occhio al futuro.