Skip to main content
Category

articles

Michelangelo Pistoletto e Cristina Gabetti

Michelangelo Pistoletto candidato al Nobel per la Pace 2025

By articles, features, recent
Michelangelo Pistoletto e Cristina Gabetti

Michelangelo Pistoletto candidato al Nobel per la Pace 2025

Michelangelo Pistoletto, tra i protagonisti dell’Arte Povera e una delle voci più influenti dell’arte contemporanea, è stato ufficialmente candidato al Premio Nobel per la Pace 2025.

La candidatura al Premio Nobel per la Pace 2025

La candidatura, presentata dalla Fondazione Gorbachev e sostenuta da Nobel Italia, riconosce non solo la straordinaria carriera artistica di Pistoletto, ma soprattutto l’impegno costante nel trasformare l’arte in un linguaggio universale di dialogo, responsabilità e convivenza pacifica.

Questa candidatura sottolinea come l’arte possa essere strumento di cambiamento e di impegno civile, non solo espressione estetica. Pistoletto ha saputo tradurre la pratica artistica in azione concreta, coinvolgendo comunità, istituzioni e nuove generazioni in progetti che mettono al centro responsabilità collettiva, inclusione e giustizia sociale.

Il Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto

Da decenni Pistoletto porta avanti un’idea di “pace preventiva”: una pace che non arriva dopo il conflitto, ma che si costruisce prima, attraverso azioni culturali, educative e sociali capaci di incidere sulla realtà.

Al centro di questa visione si colloca il “Terzo Paradiso”, simbolo da lui ideato, che rappresenta la riconciliazione tra natura e artificio e l’incontro tra polarità opposte in uno spazio di equilibrio e nuova umanità.

L’arte come strumento di dialogo e convivenza pacifica

Il Nobel per la Pace sarebbe un riconoscimento a un percorso che dimostra come creatività e visione possano diventare motore di trasformazione globale.

La candidatura, presentata dalla Fondazione Gorbachev e sostenuta da Nobel Italia, ribadisce la forza di un impegno che fa dell’arte uno strumento concreto di responsabilità e convivenza.

Cristina Gabetti ambasciatrice del Terzo Paradiso

Tra i numerosi ambasciatori del “Terzo Paradiso” figura anche Cristina Gabetti, giornalista e attivista ambientale, che da anni sostiene e diffonde il messaggio di Pistoletto. La sua presenza rafforza il legame tra arte, sostenibilità e cittadinanza attiva.

Hiroshi Ishiguro

Robots and Us: dieci anni dopo

By articles, recent, technology
Hiroshi Ishiguro

Dieci anni fa sono andata in Giappone per intervistare designer e scienziati del futuro. L’idea che avevamo dei robot era ancora fortemente legata all’immaginario della fantascienza e a una tecnologia distante dalla nostra quotidianità. Oggi, invece, siamo nel “futuro” — e vedere come molte delle previsioni siano diventate realtà è allo stesso tempo incredibile e inquietante.

“Ti senti mai solo?”, ho chiesto al primo umanoide che ho avuto modo di incontrare. “Sì, la notte mi sento solo.”

Durante quel viaggio ho intervistato il padre degli umanoidi, Hiroshi Ishiguro, che mi ha presentato la copia androide di se stesso, chiamata HI-6. Dopo dieci anni, HI-6 ha sviluppato una forma di autostima che si riflette nella sua capacità di rispondere e interagire verbalmente.

“Gli esseri umani provano sempre una certa tensione verso gli altri,” mi spiegava Ishiguro, “mentre i robot sono molto più semplici. Sono programmati. E le persone si fidano più di un robot che di un altro essere umano.”

Dieci anni fa si prevedeva che i robot sarebbero diventati parte integrante della nostra società, delle nostre vite e del mondo del lavoro. Oggi posso affermare che è proprio così.

Watch

L’evoluzione della robotica in Giappone

All’epoca, Ishiguro mi spiegava che il suo androide Gemini HI-6 era stato progettato senza l’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Nel 2025, però, lo scenario è profondamente cambiato.

Il Giappone è ancora uno dei leader mondiali nella robotica, ma il panorama si è notevolmente ampliato. La densità di robot industriali è aumentata esponenzialmente e, parallelamente, la robotica di servizio — quella destinata a interagire con gli esseri umani — ha compiuto un enorme salto in avanti.

Le innovazioni più radicali non riguardano solo l’aspetto o i movimenti dei robot, ma la loro capacità di apprendere e adattarsi. Non si limitano più a seguire istruzioni: imparano, analizzano dati, si autoregolano. Grazie all’intelligenza artificiale generativa e alla simulazione in tempo reale, i robot sono oggi in grado di adattarsi a compiti nuovi e ambienti complessi. Alcuni sono costruiti con materiali flessibili — i cosiddetti robot “molli”, e vengono impiegati per interventi chirurgici, assistenza domiciliare e altri contesti delicati.

L’intelligenza artificiale è diventata una componente “fisica” dei robot: essi apprendono, reagiscono, decidono. Sono ideali per operare accanto all’uomo, come alleati, anche in situazioni imprevedibili.

Watch

I robot della Waseda University

All’Humanoid Robotics Institute della Waseda University di Tokyo abbiamo incontrato un gruppo di ricercatori impegnati nello sviluppo di robot per assistere gli anziani e intervenire in situazioni di emergenza, come disastri naturali.

Waseda collabora attivamente con l’Istituto Superiore Sant’Anna di Pisa, e tra i ricercatori italiani che lavorano lì c’è anche il livornese Gabriele Trovato. Una delle linee di ricerca più importanti è lo studio delle emozioni nei robot umanoidi, e su come essi possano rispondere ai diversi bisogni dell’uomo.

Il robot Kobian, ad esempio, è in grado di esprimere emozioni sia attraverso il linguaggio del corpo che mediante le espressioni facciali. Può perfino simulare una lacrima, per creare empatia con le persone.

Oggi il rapporto tra uomo e robot è cambiato radicalmente. I robot non sono più solo strumenti: stanno diventando collaboratori, assistenti e compagni. La robotica è entrata in settori come la logistica, la sanità, l’ospitalità, l’agricoltura e la vita domestica. Con l’evoluzione delle infrastrutture digitali, i robot sono sempre più connessi e integrati in reti intelligenti, capaci di scambiare dati in tempo reale e lavorare in sinergia.

Watch

Il futuro è adesso

Ripensando a quel primo incontro con la robotica in Giappone, oggi possiamo dire che i robot non sono più una promessa del futuro, ma una presenza concreta, attiva e in continua evoluzione.

Quanto inquina la tua crema solare?

By articles

La crema solare che utilizziamo si sta accumulando in mare con conseguenze disastrose. Si stima che una media di 10.000 tonnellate di protezione solare venga rilasciata da bagnanti, subacquei e snorkelers e un ulteriore inquinamento della protezione solare danneggia le aree costiere a causa delle acque reflue che alla fine sfociano nei mari.

Organismi sensibili come pesci giovani e invertebrati e fino al 10% delle barriere coralline del mondo potrebbe essere minacciato da sostanze chimiche, in particolare 4, presenti nei comuni filtri solari, e anche bassissime concentrazioni sono pericolose: una singola goccia per 6,5 piscine olimpioniche!

Questi sono quelli da cercare ed evitare:
L’ossibenzone (Benzophenone-3, BP-3) è presente in oltre 3500 marchi di creme solari in tutto il mondo. È un filtro chimico che interrompe la riproduzione dei coralli, provoca lo sbiancamento e danneggia il suo DNA.
Il butylparaben, il conservante più comune, provoca anche lo sbiancamento.
L’ottinoxato (etilesilmetossicinnamato) è un altro agente filtrante che ha dimostrato di causare lo sbiancamento dei coralli.
La canfora 4-metilbenzilidene (4MBC) è un’altra sostanza chimica da evitare. È consentito in Europa e in Canada, non negli Stati Uniti o in Giappone.

L’Haereticus Environmental Laboratory ricerca gli effetti dei filtri solari e di altri ingredienti per la cura personale sulle barriere coralline e su altri ecosistemi e animali selvatici. Il loro elenco di ingredienti che considerano inquinanti ambientali comprende:

Qualsiasi forma di sfera o perline di microplastica.
Eventuali nanoparticelle come ossido di zinco o biossido di titanio. Questi però sono ingredienti amichevoli quando non nano.
Oxybenzone
Octinoxate
Canfora di 4-metilbenzilidene
Octocrylene
Acido para-aminobenzoico (PABA)
Methylparaben
Ethylparaben
Propylparaben
Butylparaben
Benzilparaben
Triclosan

Questa è una certificazioni da cercare se vuoi proteggere la tua pelle e gli ecosistemi marini: Protect Land + Sea