La crema solare che utilizziamo si sta accumulando in mare con conseguenze disastrose. Si stima che una media di 10.000 tonnellate di protezione solare venga rilasciata da bagnanti, subacquei e snorkelers e un ulteriore inquinamento della protezione solare danneggia le aree costiere a causa delle acque reflue che alla fine sfociano nei mari.
Organismi sensibili come pesci giovani e invertebrati e fino al 10% delle barriere coralline del mondo potrebbe essere minacciato da sostanze chimiche, in particolare 4, presenti nei comuni filtri solari, e anche bassissime concentrazioni sono pericolose: una singola goccia per 6,5 piscine olimpioniche!
Questi sono quelli da cercare ed evitare:
L’ossibenzone (Benzophenone-3, BP-3) è presente in oltre 3500 marchi di creme solari in tutto il mondo. È un filtro chimico che interrompe la riproduzione dei coralli, provoca lo sbiancamento e danneggia il suo DNA.
Il butylparaben, il conservante più comune, provoca anche lo sbiancamento.
L’ottinoxato (etilesilmetossicinnamato) è un altro agente filtrante che ha dimostrato di causare lo sbiancamento dei coralli.
La canfora 4-metilbenzilidene (4MBC) è un’altra sostanza chimica da evitare. È consentito in Europa e in Canada, non negli Stati Uniti o in Giappone.
L’Haereticus Environmental Laboratory ricerca gli effetti dei filtri solari e di altri ingredienti per la cura personale sulle barriere coralline e su altri ecosistemi e animali selvatici. Il loro elenco di ingredienti che considerano inquinanti ambientali comprende:
Qualsiasi forma di sfera o perline di microplastica.
Eventuali nanoparticelle come ossido di zinco o biossido di titanio. Questi però sono ingredienti amichevoli quando non nano.
Oxybenzone
Octinoxate
Canfora di 4-metilbenzilidene
Octocrylene
Acido para-aminobenzoico (PABA)
Methylparaben
Ethylparaben
Propylparaben
Butylparaben
Benzilparaben
Triclosan
Questa è una certificazioni da cercare se vuoi proteggere la tua pelle e gli ecosistemi marini: Protect Land + Sea