Skip to main content
Tag

stampa 3D

Holey, la stampa 3D sta cambiando l’ortopedia

By sdg 3, sdg 9, technology

Holey, una start-up di Lazio Innova, stampa gessi e tutori ortopedici in 3D al costo di un gesso tradizionale, ma con notevoli vantaggi.

Cristina: Statiscamente un italiano su due, nel corso della vita, si rompe un osso. Quindi, una buona parte di voi, sa quant’è pesante portare un gesso. Oggi ci sono alternative. Cosa vi siete inventati?

Gabriel Scozzarro: Abbiamo realizzato una soluzione in grado di produrre tutori ortopedici stampabili in 3D, su misura, che possono sostituire i gessi tradizionali o i tutori commerciali in taglie. La nostra soluzione è composto da uno scanner tri-dimensionale che acquisisce le misure del paziente e un software che automaticamente crea il modello virtuale, che poi può essere fabbricato utilizzando la stampante.

Cristina: I tempi quali sono?

Gabriel Scozzarro: La scansione è quasi immediata, solo 30 secondi, dopo di che il software impiega qualche minuto per creare il modello virtuale e dopo ci sono due ore della stampante 3D per la fabbricazione del tutore, mentre il tempo per un gesso tradizionale è di un’ora. La tecnologia della stampante sta andando sempre più veloce quindi ci stiamo avvicinando sempre di più con il tempo. Come costo per un tutore per il polso e avambraccio costa circa 10 euro mentre il gesso tradizionale tra gli 8-12 euro.

Cristina: Questo però ha notevoli vantaggi, quali sono?

Gabriel Scozzarro: Si riduciamo il rischio di complicazioni dal punto di vista medicale, come le irritazioni cutanee, i nostri tutori non sono invadenti, sono molto leggeri e completamente resistenti all’acqua in quanto realizzati in un materiale plastico, quindi può continuare a fare la doccia, andare al mare e continuare tutte le attività quotidiane come se niente fosse. Inoltre esercitano una pressione uniforme su tutto l’arto per cui scongiuriamo pure eventuali complicazioni come la sindrome compartimentale, che succede quando una pressione non omogenea viene applicata per lunghi periodi e blocca lo scorrimento normale del sangue.

Cristina: Siete già presenti in istituti traumatologici?

Gabriel Scozzarro: Si, attualmente collaboriamo con l’Inail che ci sta accompagnando per effettuare test clinici a livello nazionale.

In onda 24-3-2018

Caracol, design e stampa 3D

By sdg 9, technology

Ogni innovazione comporta molte conseguenze. La storia che vi raccontiamo oggi offre uno squarcio sull’impatto della stampa 3D in molte filiere di manifattura. Ad esempio, la progettazione di una sedia su misura o la realizzazione di una semplice pinza, che influisce sulla performance di un braccio robotico. Il simbolo di Caracol Design Studio è una lumaca, che ha un guscio dalla struttura complessa e stratificata. Una buona metafora per rendere l’idea di quanto si nasconde dietro al design sistemico.

Cristina: Oggi vi raccontiamo del matrimonio tra due tecnologie, la robotica e la stampa 3D, o manifattura additiva. Questo consente di esplorare nuovi orizzonti progettuali. Ve lo raccontiamo attraverso casi molto pratici. Su cosa state lavorando adesso?

Paolo Cassis: In questo momento stiamo studiando un metodo per produrre delle sedie totalmente su misura ed ergonomiche per ogni persona. Stiamo cercando di fare questa applicazione tramite un’associazione di sistemi robotici e dispositivi di stampa 3D.

Cristina: E quindi come funzionerebbe? Io la sogno una sedia ergonomica fatta per me che però non mi costi una cifra improponibile.

Paolo: Si partirebbe scannerizzando, quindi prendendo nel modo più preciso possibile i dati del tuo corpo e della tua schiena per poi rielaborarli digitalmente e farli produrre con una precisione millimetrica al robot e alla stampante 3D.

Cristina: Per un costo di?

Paolo: Per un costo che si potrebbe aggirare tra i 100 e i 120 euro anche.

Cristina: Qualche altro esempio di risparmio con questo tipo di manifattura?

Paolo: Noi abbiamo prodotto questa pinza da fresa, in manifattura additiva, che è molto più leggera del pezzo che tradizionalmente è prodotto in metallo. Questa pinza viene installata proprio sui robot e ha permesso all’azienda di risparmiare sulla taglia di questo macchinario dato che il peso è minore e quindi realizzare lo stesso lavoro con un robot più piccolo. Risparmiando anche decine di migliaia di euro sul prezzo di macchinario.

Cristina: Lavorate anche con artigiani?

Paolo: Si, lavoriamo con artigiani perché crediamo che il valore della tradizione sia portare avanti anche in un ambito innovativo proprio perché è la tradizione, l’innovazione, una collaborazione benefica tra questi due approcci sia un motore del progresso nel design.

Cristina: Con rispetto per il passato, occhio al futuro.