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La fabbrica Lamborghini a zero emissioni

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Dal 2009 la fabbrica Lamborghini è a zero emissioni. Nel 2018, raddoppiando lo stabilimento e la produzione, hanno mantenuto la certificazione CO2 neutrale. I nuovi uffici sono LEED Platino, lo standard ambientale ed energetico più alto per un edificio; con impianti fotovoltaici, di cogenerazione e trigenerazione, tutte le innovazioni tecnologiche e di processo seguono i principi dell’industria 4.0

Cristina: Oggi visitiamo una fabbrica di automobili a zero emissioni, che ha raddoppiato lo stabilimento e la produzione mantenendo la certificazione CO2 neutrale. I nuovi uffici sono LEED Platino, lo standard ambientale ed energetico più alto per un edificio; qui tutte le innovazioni tecnologiche e di processo seguono i principi dell’industria 4.0 per la migliore sinergia possibile tra uomo e macchina.
Ingegnere, che interventi avete fatto per essere una fabbrica a zero emissioni?

Ranieri Niccoli: Intanto siamo partiti in tempi non sospetti molti anni fa e questo ci ha permesso di essere abbastanza avanti nel mondo del lusso. Parliamo di interventi per esempio riferiti a un impianto fotovoltaico che abbiamo installato sui nostri tetti e gli edifici, di 15.000 m2 e 2,1 megawatt di potenza. Successivamente abbiamo realizzato due impianti di trigenerazione, sono impianti che producono energia elettrica, calore e freddo attraverso l’utilizzo del metano e dei gas di scarico della combustione. Sono impianti molto efficienti di 2,4 megawatt. Ulteriormente abbiamo un impianto di teleriscaldamento, cioè prendiamo dell’acqua calda prodotto da un impianto di cogenerazione esterna alla nostra azienda che altrimenti verrebbe sprecata e la portiamo all’interno della fabbrica. Poi tante altre cose, l’utilizzo delle luci a LED, il policarbonato al posto del vetro, abbiamo realizzato delle protezioni per i nostri edifici più vecchi in modo da aumentare l’efficienza termica e poi tutta la parte di domotica per efficienziare l’accensione e lo spegnimento delle luci o dell’impianto di riscaldamento o raffrescamento. Tutto questo ci ha permesso di evitare di emettere quasi 6.000 tonnellate di CO2, pari alla quantità che assorbirebbe una foresta di circa 300.000 alberi.

Cristina: E quali le altre innovazioni più importanti?

Ranieri Niccoli: Il nostro processo produttivo l’abbiamo chiamato manifattura. Manifattura perché principalmente il processo è artigianale, i nostri operatori sono quelli che montano e danno il valore aggiunto. Le nostre macchine però sono molto complesse e sono una diversa dall’altra e allora per facilitare il compito delle persone che sono in fabbrica a montare abbiamo poi utilizzato una serie di strumenti digitali, che sono quelli della fabbrica 4.0 e una parte di automazione, parliamo di robot collaborativi, che insieme alle persone rendono il processo più robusto, più ergonomico e più semplice da realizzare.

Cristina: In questo bioparco di 7 ettari avvengono diverse iniziative per la salute delle persone e dell’ambiente, sono state piantate 10.000 querce e insediati 13 alveari, per la tutela della biodiversità. L’area è aperta alle scuole per educare i giovani sulla convivenza felice tra industria e natura. L’insieme di tutte queste azioni adempie a dieci dei diciassette SDG: 3, 4, 7, 8, 9, 11, 12, 13, 15 e 17. Occhio al futuro!

In onda il 28-3-2020