Amo la vita e la Terra che ci ospita e, diventando madre, è stato naturale per me curare i figli e il nostro pianeta con lo stesso riguardo. Giornalista nell’animo, mi sono tuffata con curiosità nel www – – world wide web per capire come alleggerire la nostra impronta ecologica. Approfondendo la complessa interdipendenza che regola la vita, mi colpivano la rapidità del degrado ambientale e sociale, e la distanza crescente tra finanza ed economia reale. Dall’altra, mi sorprendeva l’abbondanza di informazioni e opportunità per invertire la rotta, e mi sono sentita chiamata all’azione. La mia sfida personale è diventata collettiva.
In famiglia ho scelto un tono propositivo per trasformare le abitudini quotidiane, ed è con lo stesso spirito che mi sono rivolta poi a lettori e ascoltatori. Partendo dalla macro dimensione di un problema – sprechi, inquinamento, filiere produttive, qualità delle cose che compriamo – cerco le soluzioni più adatte per rimediare. Con l’accelerazione dello sviluppo tecnologico, sono aumentati gli strumenti per misurare ed efficientare l’impatto delle attività umane, e se da un lato mi entusiasma, dall’altro mi invita a vigilare i confini tra naturale e artificiale.
In tutte le attività che svolgo, il mio desiderio è di fare massa critica, informare e motivare, stimolare azione e collaborazione e promuovere il dialogo. Profondamente empatica, vedo nella capacità di sentire con l’altro un modo per consolidare il nostro senso di appartenenza a un mondo fragile e sviluppare resilienza abbracciando la nostra vulnerabilità. Al momento sto facendo i conti con la mia, che si è manifestata con l’alopecia da stress.