Daniel Tarozzi, fondatore di Italia Che Cambia e fellow della rete Ashoka, ha raccontato il viaggio in camper che lo ha portato a conoscere, e mappare, gli agenti di cambiamento dal sud al nord dell’Italia.
Cristina: Mentre l’Italia fatica a fare sistema, per fortuna ci sono giovani che s’impegnano a contrastare questo problema. Daniel si muove su e giù per il nostro paese in camper, per cercare talenti da valorizzare e mapparli. Daniel, com’è nato questo tuo mestiere?
Daniel Tarozzi: Guarda tutto è nato da un viaggio lungo quasi un anno alla ricerca di persona che si assumevano la responsabilità della propria vita senza aspettare che qualcuno lo faccia al loro posto. Nel 2012 sono partito in questo camper, con l’idea di andare in giro per l’Italia, pensando di stare in giro per poche settimane. In realtà ho scoperto centinaia, migliaia di esperienze concrete di cambiamento in tutte le regioni italiane. Quello che doveva essere un viaggio finalizzato a scrivere un libro è diventato un progetto di racconto di questa Italia Che Cambia che va avanti da oltre 7 anni. Pensa che solo nel mio primo viaggio ne incontrai oltre 450, sulla nostra mappa ci sono 2.000 progetti mappati ma sono molte, molte di più quelle che costellano il nostro paese.
Cristina: Che metodologia seguite?
Daniel Tarozzi: Ci arrivano segnalazioni, il passaparola che è straordinario, ogni persona che incontro mi segnala altri 5-10 progetti, ovviamente il web siamo prevalentemente sul digitale, abbiamo i nostri canali social e il nostro sito. Da questa esperienza sono concrete, non sono solo astratte, progetti che funzionano e che negli anni migliorano.
Cristina: Che visione avete dell’Italia nel 2040?
Daniel Tarozzi: Abbiamo raccolto oltre 500 azioni che possiamo realizzare tutti, a partire da oggi, per cambiare l’ambiente, per cambiare l’economia, per creare lavoro, senza aspettare nessun governo, azioni che possiamo fare adesso.
Cristina: In che modo si creano collaborazioni tra le realtà che mappate?
Daniel Tarozzi: Il nostro lavoro è un lavoro sull’immaginario, la prima cosa che cerchiamo di fare è di proporre esempi positivi ispirandoci un po’ allo slogan “vietato non copiare”. La prima connessione che siamo riusciti a creare è quella tra la domanda di cambiamento e l’offerta di cambiamento, ovvero sono un cittadino, un professionista, una persona insoddisfatta, voglio andare a vivere fuori città, creare lavoro, voglio fare qualcosa nella mia vita. Vado a trovare chi lo ha già fatto e poi cerco person con cui farlo anch’io, per cui si ci sono tanti borghi abbandonati che si stanno ripopolando. Ci sono tantissimi altri che stanno creando progetti agricoli, ma anche imprenditoriali, digitali, fab lab. Quindi natura, città, davvero un’Italia in fermento e straordinaria in tutti i campi.
Cristina: C’è una Regione che meglio di altre fa sistema?
Daniel Tarozzi: Per fare qualche esempio concreto da nord a sud mi vengono in mente ad esempio, circuiti di monete complementari in Sardegna che stanno mettendo l’economia in circolo davvero facendo girare milioni di euro di economia che non avrebbe girato senza questo strumento. Oppure ancora dei piccoli produttori che in Sicilia si sono messi a cooperare con i cosiddetti competitor, cooperando insieme vendendo ai gruppo di acquisto del centro-nord hanno visto tutti aumentare i fatturati. La cooperazione che vince contro la competizione. E ancora, tantissimi giovani, c’è questa tema dell’agricoltura. L’agricoltura, quella che davvero valorizza i nostri prodotti. è in una crescita incredibile, quindi quando si parla di crisi bisogna stare attenti. C’è la crisi di un mondo, di un settore. Io racconto l’Italia dal 2012 e in questi anni di crisi piena c’è tutta un’Italia, che senza mai negare le difficoltà perché saremmo utopici, che sta realizzando progetti che funzionano anche a livello economico.
Cristina: Sembrerà tanto banale ma viviamo in un paese meraviglioso, facciamolo funzionare meglio. Occhio al futuro
In onda 11-5-2019