Tre libri e una rubrica a “Striscia la notizia.” per diffondere un messaggio ecologista, mai attuale come ora: «In natura ogni cosa è collegata. Tutto torna indietro… anche i rifiuti». Una sensibilità che è cresciuta «insieme con i miei figli; per educarli con l’esempio a una eco-condotta»
«I bambini devono sentirsi i custodi di questo pianeta». Cristina Gabetti ne è convinta. «Solo loro possono convertire i genitori a un comportamento ecosostenibile». E proprio ai piccoli lettori l’inviata della rubrica Occhio allo Spreco in onda ogni sabato a Striscia la notizia ha dedicato Tondo come il mondo – Manuale per Bambini amici della Terra (Librì Progetti Educativi) illustrato da Piero Corva. Il libro viene distribuito gratuitamente, dietro richiesta, a 50mila alunni di III, IV, V primaria. L’iniziativa fa parte di un progetto di educazione ambientale voluto da Nino Tronchetti Provera, presidente di Fondo Ambienta, che verrà portato avanti durante tutto l’anno scolastico. Esperimenti, laboratori, test, quiz e un concorso per vincere eco-premi come biciclette in materiali rinnovabili, modellini di veicoli solari e, per la scuola vincitrice, una stufa a eco pellet provvista di combustibile. L’autrice al Festival della Mente di Sarzana ha presentato il libro, durante una caccia al tesoro, a un attentissimo pubblico under 10 anni.
Tondo come il mondo. Perché questo titolo?
«Tutto in natura è interconnesso, muore e rinasce. Ogni cosa è collegata. Tutto si svolge in modo rotondo, tutto torna indietro… Anche i rifiuti».
Come è nata la sua sensibilità per l’ambiente?
«Gradualmente, man mano che cresceva la mia famiglia. Ho tre figli: Pietro, 16 anni, Elena 13, Gregorio 8. Con la nascita del primo ho capito che avrei dovuto viaggiare più dentro me stessa e meno nel mondo a caccia di notizie. Con la seconda ho iniziato a praticare yoga e ho approfondito il viaggio interiore iniziato. Con il terzo ho mutato in azione ciò che avevo maturato. Voglio lasciare ai miei figli un mondo gradevole e vivibile».
Come educare i bambini a una “Eco condotta”?
«Con l’esempio: il miglior insegnamento è la perseveranza. Ho sempre cercato di portare all’attenzione le cose nel giusto contesto e non come nozione diretta. Se uso materiali di riciclo, lo sottolineo. Se al mare vedo aumentare la spazzatura, faccio notare che il design ecosostenibile è necessario».
Perché sprechiamo tanto?
«Buttiamo molto perché sovente siamo di fretta e non pensiamo agli effetti disastrosi che le nostre scelte distratte creano. Ricicliamo in base a quello che vediamo fare gli altri, purtroppo in questo siamo animali da branco. Se viviamo in una città pulita, questa resterà tale. Se invece camminiamo in una strada zeppa di rifiuti, questi aumenteranno sempre di più. Arginare gli sprechi è un processo creativo e divertente. Le regole sono semplici e le applicazioni infinite. Dopo averlo fatto ci sentiamo più leggeri, come quando si fa una buona dieta».
Che cosa non butta mai?
«Soffro quando vedo buttare l’acqua. Al ristorante se non riesco a finire la bottiglia, ho sempre con me la borraccia nella borsa e la travaso. Ho nel cuore immagini di bambini come i nostri, che vivono a chilometri da qui, che non hanno nemmeno l’acqua per berne un sorso o per sciacquarsi se si sbucciano un ginocchio».
Come è nata la sua rubrica “Occhio allo spreco” a Striscia?
«È un’esperienza che mi gratifica il cuore. In chi mi riconosce per strada leggo sempre uno sguardo di simpatia. Chi mi avvicina per un autografo spesso chiede anche un consiglio. C’è bisogno di semplicità e di informazioni facilmente applicabili. Così è nata la rubrica. Risponde a una missione».
Sua mamma era americana, lei è cresciuta fra L’America e l’Italia. Quale di questi due Paesi spreca di più?
«Gli americani vincono sicuramente l’Oscar degli spreconi e non se ne accorgono, ma nelle pubbliche amministrazioni c’è più attenzione all’ambiente che da noi. C’è un senso civico maggiore; in Italia abbiamo un margine di spreco da arginare. Sono pochi i comuni “virtuosi” che hanno iniziato un processo di alleggerimento e risparmio. Ma, quando si inizia, si è così gratificati che si continua».
Intervista di Grazie Lissi. Pubblicato su Diva e Donna – ottobre 2010