I cambiamenti climatici colpiscono le aree dove si sono spezzati gli equilibri naturali. Nel caso delle frane, il terreno cementificato non drena, e non è più sostenuto dalle radici degli alberi che rasi al suolo per costruire.
Avevamo parlato di questo a Occhio allo Spreco con Domenico Finiguerra, al tempo Sindaco di Cassinetta di Lugagnano, primo comune in Italia ad aver detto Stop alla Cementificazione, e avevamo lanciato la nascita del movimento per la tutela del suolo.
E ne abbiamo parlato con Nicola Dall’Olio, autore del documentario “Il suolo Minacciato“.
Per non restare testimoni inerti di un problema che, nonstante le avvisaglie, continua a sottrarre terreno alla natura, e a creare profondi disagi alla popolazione, possiamo:
– Diventare custodi dei nostri territori aderendo ad associazioni e comitati attivi sul campo. Ad esempio, il FAI, all’interno del programma Presidio e Tutela del Suolo ha effettuato uno studio che dimostra l’importanza di regolamentare i piani di urbanizzazione. Informarsi aiuta a trovare il tipo di intervento può adatto alle nostre esigenze e capacità.
-Trascorrere tempo in natura aiuta, oltre che a stare bene, a risvegliare un senso di appartenenza ad un meraviglioso sistema che è profondamente interconnesso, e che ha bisogno di noi.
-Coltivare un pezzo di terra, se non da soli, in compagnia, associandoci, ad esempio, ad un G.A.T.
E’ difficile riparare i danni che sono stati fatti ma è possibile, anzi, necessario tutelare ciò che resta del nostro Belpaese.